La magia del ritorno al largo
“Lasciamo Saint-Martin tra i saluti affettuosi dei vicini, sole e vento in faccia per uscire dal canale che separa l’isola dalla sua vicina, Anguilla.
La prima settimana è paradisiaca: costume da bagno ancora d’obbligo, notti calme, poco rollio, velocità e mare piatto. Le condizioni ideali! Molto di più che all’andata, in fin dei conti. Siamo felici di ritrovare il largo: i tramonti e le luci metalliche, le onde illuminate dalla luna...
Dal paradiso all’incubo…
Il 7mo giorno, però, giorno dei miei 30 anni, si trasforma in un incubo: il martinetto del pilota automatico si rompe. Il che significa darsi il cambio al timone più o meno ogni due ore per tutto il resto del viaggio... Una prospettiva non proprio allettante, anzi, decisamente deprimente e spaventosa. Senza pilota, ogni manovra è più complicata, per non parlare del riposo che ci permetteva.
La "Love traversata" si trasforma in una sfida fisica! Una sfida di cui avremmo volentieri fatto a meno.
Le diverse condizioni che abbiamo incontrato, dalla bonaccia ai 25 nodi, hanno messo a dura prova i nostri nervi. Dopo 12 giorni di lotta, non vediamo davvero l’ora che finisca tutto al più presto, siamo stanchissimi, e quando non dormiamo abbastanza, sfioriamo il disastro con le manovre. Finiamo con una giornata sotto spinnaker, dobbiamo sbrigarci, una depressione sta per arrivarci addosso...
Ce l’abbiamo fatta!!
Ma eccoci al caldo delle Azzorre sul “Love” dopo questa avventura. Le crisi di pianto e di nervi sono state quasi all’ordine del giorno, ma il nostro duo ha tenuto duro. Siamo stati una bella squadra, siamo fieri di aver vinto questa sfida e dopo tutte queste peripezie ci amiamo ancora!”