LO ZANZIBAR IN VIAGGIO #25

LA DOMINICA

Un anno dopo essere partiti, Bérangère, Laurent e i loro due bambini sono arrivati in Dominica a bordo della loro barca a vela Zanzibar, un SunShine 36, e vanno alla scoperta dell’isola.

 

PORTSMOUTH

   Staremo a un unico ormeggio, quello di Portsmouth, molto esposto ai venti e alle onde. A quanto pare, è così anche negli altri ormeggi dell’isola.

Facciamo appena in tempo a gettare l’ancora, che veniamo avvicinati da un boat boy. Si chiama Sam e parla un francese fluente. Ci si propone subito come guida per fare escursioni sull’isola o per risalire il fiume indiano partendo dalla baia in cui ci troviamo.

 

I DISASTRI DEL CICLONE MARIA

   Nel settembre 2017, la Dominica è stata fortemente colpita dal ciclone Maria e presenta ancora vari segni di devastazione. Alcune costruzioni sulla spiaggia sono completamente distrutte, altre non hanno più il tetto, le palme sono riverse sulla spiaggia e alcuni pontoni di legno sono completamente distrutti.

A Portsmouth, sei mesi dopo il ciclone, lo spettacolo è ancora desolante. Parecchie case non hanno il tetto, altre non hanno più nulla, tranne un muro o due. Fili elettrici penzolano dappertutto, lungo i muri delle case e sui marciapiedi. Ci sono ovunque cantieri per la ricostruzione. Nonostante tutto, l’atmosfera è piacevole, la gente è sorridente e accogliente.

In centro, troviamo un posto per mangiare. Per me, zuppa di pollo con manioca, zucca, patate dolci, e per Laurent e i bambini, le stesse verdure ma dentro una specie di crepe chiamata roti.

 

ALLA SCOPERTA DELL’ISOLA

   Nel pomeriggio facciamo un’escursione con Sam, la guida, che ci porta ai piedi di un’immensa cascata. Durante il tragitto ci mostra tutte le piante che incontriamo. Ce le fa annusare e a volte assaggiare, con somma gioia dei bambini che fanno scorpacciate di fragoline di bosco. Camminiamo spesso nel letto del fiume e i bambini non si fanno scappare l’occasione di schizzarci felicemente!

Tornando in macchina verso l’ormeggio, passiamo davanti a un’immensa discarica in cui sono state ammassate tutte le lamiere che l’uragano ha portato via. Di discariche simili ce ne sono tante sull’isola, a volte anche molto più grandi. Quasi tutti i tetti di lamiera sono volati via, finendo spesso parecchi chilometri più lontano. Qui il vento ha raggiunto tra i 340 e i 400 km/h. Osservando i danni, ancora ben visibili, e ascoltando i racconti di chi ha vissuto quei momenti terribili, proviamo a immaginare ciò che hanno potuto provare gli abitanti della Dominica al passaggio di Maria. Eppure sono convinta che la realtà è inimmaginabile. Molta gente ha perso tutto, o durante l’uragano, o a causa dei saccheggi dei giorni seguenti.

 

IL FIUME INDIANO

   L’indomani, sempre accompagnati dalla nostra guida Sam, andiamo alla scoperta del fiume indiano. Lo risaliamo a remi, perché è parco naturale protetto e i motori sono proibiti. Il fiume è costeggiato di mangrovie e di qualche grosso albero sopravvissuto al ciclone. Passiamo davanti ai resti di un set dei Pirati dei Caraibi e arriviamo a un pontone con in fondo un piccolo bar circondato da un lussureggiante giardino tropicale.

Questo scalo ci è davvero piaciuto, sia per la bellezza dei paesaggi che per la mentalità e l’accoglienza della gente, che fa di tutto per ricostruire e far ripartire il turismo.

 

LA VITA A BORDO

   La vita a bordo continua tranquilla sullo Zanzibar. I bambini inventano ogni giorno nuovi giochi.  Dei veri piccoli selvaggi, sempre all’aria aperta e curiosi di scoprire nuovi posti.

Tra poco torniamo in Francia, ma un giorno o l’altro ripartiamo di sicuro!

 

 

Bérangère

 

 

 

 

 

JEANNEAU